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montagne, in una casetta sepolta tra le valanghe, coi lupi
alla porta. Quello fu un vero Natale! E stasera rimarrete
con noi? Faremo una piccola cena.
Volontieri, io dissi è una festa a cui ho legato an-
ch io delle memorie.
Ah! continuò il colonnello mentre ci mettevamo a
tavola chi è che non vi ha legato delle memorie? Le
piú belle rimembranze della famiglia fanno capo a que-
sto giorno. Volete ricordarvi delle ore piú gioconde del-
la vostra fanciullezza, delle persone che avete amato di
piú, dei vostri genitori, dei vostri fratelli? Bisogna che
pensiate al Natale, alla casa dove siete nati, alla stanza
dove potevate raccogliervi, alla fiamma del caminetto,
alla notte vegliata cicalando&
E alle gozzoviglie& interruppe uno dei commen-
sali.
Sia come volete, continuò il colonnello anche al-
le gozzoviglie. Male per voi se in questo tacchino coi tar-
tufi, non vedete altro che un tacchino coi tartufi. Io ci
vedo la ragione di un legame piú stretto fra noi. Dov è
che gli uomini si trovano meglio riuniti che a tavola? È
là che essi dividono il pane ed il vino, che si dimostrano
piú efficacemente il loro affetto, offrendosi a vicenda le
cose piú necessarie alla vita. A voi. Eccovi qui un petto
di pernice; permettete che ve lo offra. Crederete forse
che un uomo che vi offre un petto di pernice possa esse-
re un vostro nemico?
Questa offerta era stata fatta a me.
Tolga il cielo che io abbia a cadere in tale errore,
Letteratura italiana Einaudi 185
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
io dissi io considero la vostra offerta come la piú elo-
quente testimonianza della vostra amicizia.
Via, esclamò egli voi credete di aver proferito
una facezia, avete detto invece una grande verità. Io ho
imparato a non dare alcun valore a quei doni che soglio-
no farsi i ricchi, a quei piccoli sacrifici fatti e retribuiti
per convenzione. Quando io era ragazzo era molto po-
vero, non mi vergogno certo di confessarlo. Ebbene, la
camera migliore della casa era la mia, quei piccoli agi
che poteva permetterci la nostra situazione erano per
me; a tavola mi si davano le cose piú squisite; mia madre
era instancabile nell occuparsi di tutti questi piccoli
nonnulla che potevano recarmi piacere; quello era il ve-
ro affetto tutto il resto è convenzionale, falso è appa-
rente. Se un uomo affamato mettiamo anche semplice-
mente un uomo goloso desse a me affamato l unica
costoletta che gli rimanesse per colazione, sento che do-
vrei essergliene piú tenuto, che se m avesse dato venti
napoleoni dei quaranta che aveva nella sua saccoccia.
È vero, disse Fosca io credo&
Chiedo scusa, interruppe suo cugino tu non
puoi credere nulla, non puoi essere in ciò un giudice
competente; tu non puoi conoscere il valore di una co-
stoletta, giacché non ne hai mai mangiata una intiera in
tua vita.
Oh, oh, esclamò il dottore questa argomentazio-
ne è falsa. Converrebbe indagare se un piacere debba
essere misurato dalla sua entità, piuttosto che dalla sua
durata.
Dall una e dall altra diss io,
Sta bene, disse il colonnello ma piú assai dalla
durata. Farò uno sforzo di logica. Argomentiamo da un
caso opposto. Supponiamo a mo d esempio, che abbia-
te a ricevere un colpo di bastone; voi ne sentirete dolore
per uno, va bene, ma ricevetene invece dieci, ricevetene
venti& Che ve ne pare? Persisterete a credere che il do-
Letteratura italiana Einaudi 186
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
lore dei dieci, dei venti, sia uguale a quello dell uno?
Singolarmente sí, ma molti dolori riuniti costituiscono
un dolore piú grande. Cosí è dei piaceri. Addizioniamo i
piaceri, e ne avremo uno piú vivo e piú durevole. Forse
che se noi rimanessimo qui, seduti a questa tavola fino
alla mezzanotte, e riuscissimo a riunire con una catena
di piccoli piaceri intermedi questi due grandi poli del
piacere che sono il pranzo e la cena, non avremmo sciol-
to con onore questa questione?
Questa proposta trovò un eco in tutti i commensali.
Chi avremo a cena con noi? chiese il dottore.
Un mondo di persone, tutte le onorevoli metà dei
nostri colleghi.
Compresa la baronessa, la moglie di&
Suo marito.
O dell amico di suo marito!
Bando alla maldicenza disse il colonnello. In ve-
rità che se io credo di avere una virtú, la è questa, di non
veder mai ciò che non dev esser veduto e, vedendolo, di
persuadere me stesso di non aver visto. Vi è un benefi-
cio grandissimo che ogni uomo è in grado di rendere ad
un altro, e che è tuttavia quello che vien reso piú rara-
mente, l astenersi dal dirne male.
Ma io non aveva in animo di dirne male disse
quello tra noi che aveva provocato questa osservazione.
Voleva far constare di un fatto. Vi sono certe cose che
saltano agli occhi. I mariti&
Può essere interruppe il colonnello che i mariti
vedano poco; ma gli altri vedono troppo. Io apprezzo
piú la cecità dei primi, che l accortezza dei secondi. La
fiducia di un marito, di un padre, di un fratello è cosa
che mi commuove, doppiamente poi se tradita. Io non
ho riso mai della semplicità; la credo la piú nobile delle
virtú, invece ho sempre temuto della doppiezza. La na- [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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montagne, in una casetta sepolta tra le valanghe, coi lupi
alla porta. Quello fu un vero Natale! E stasera rimarrete
con noi? Faremo una piccola cena.
Volontieri, io dissi è una festa a cui ho legato an-
ch io delle memorie.
Ah! continuò il colonnello mentre ci mettevamo a
tavola chi è che non vi ha legato delle memorie? Le
piú belle rimembranze della famiglia fanno capo a que-
sto giorno. Volete ricordarvi delle ore piú gioconde del-
la vostra fanciullezza, delle persone che avete amato di
piú, dei vostri genitori, dei vostri fratelli? Bisogna che
pensiate al Natale, alla casa dove siete nati, alla stanza
dove potevate raccogliervi, alla fiamma del caminetto,
alla notte vegliata cicalando&
E alle gozzoviglie& interruppe uno dei commen-
sali.
Sia come volete, continuò il colonnello anche al-
le gozzoviglie. Male per voi se in questo tacchino coi tar-
tufi, non vedete altro che un tacchino coi tartufi. Io ci
vedo la ragione di un legame piú stretto fra noi. Dov è
che gli uomini si trovano meglio riuniti che a tavola? È
là che essi dividono il pane ed il vino, che si dimostrano
piú efficacemente il loro affetto, offrendosi a vicenda le
cose piú necessarie alla vita. A voi. Eccovi qui un petto
di pernice; permettete che ve lo offra. Crederete forse
che un uomo che vi offre un petto di pernice possa esse-
re un vostro nemico?
Questa offerta era stata fatta a me.
Tolga il cielo che io abbia a cadere in tale errore,
Letteratura italiana Einaudi 185
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
io dissi io considero la vostra offerta come la piú elo-
quente testimonianza della vostra amicizia.
Via, esclamò egli voi credete di aver proferito
una facezia, avete detto invece una grande verità. Io ho
imparato a non dare alcun valore a quei doni che soglio-
no farsi i ricchi, a quei piccoli sacrifici fatti e retribuiti
per convenzione. Quando io era ragazzo era molto po-
vero, non mi vergogno certo di confessarlo. Ebbene, la
camera migliore della casa era la mia, quei piccoli agi
che poteva permetterci la nostra situazione erano per
me; a tavola mi si davano le cose piú squisite; mia madre
era instancabile nell occuparsi di tutti questi piccoli
nonnulla che potevano recarmi piacere; quello era il ve-
ro affetto tutto il resto è convenzionale, falso è appa-
rente. Se un uomo affamato mettiamo anche semplice-
mente un uomo goloso desse a me affamato l unica
costoletta che gli rimanesse per colazione, sento che do-
vrei essergliene piú tenuto, che se m avesse dato venti
napoleoni dei quaranta che aveva nella sua saccoccia.
È vero, disse Fosca io credo&
Chiedo scusa, interruppe suo cugino tu non
puoi credere nulla, non puoi essere in ciò un giudice
competente; tu non puoi conoscere il valore di una co-
stoletta, giacché non ne hai mai mangiata una intiera in
tua vita.
Oh, oh, esclamò il dottore questa argomentazio-
ne è falsa. Converrebbe indagare se un piacere debba
essere misurato dalla sua entità, piuttosto che dalla sua
durata.
Dall una e dall altra diss io,
Sta bene, disse il colonnello ma piú assai dalla
durata. Farò uno sforzo di logica. Argomentiamo da un
caso opposto. Supponiamo a mo d esempio, che abbia-
te a ricevere un colpo di bastone; voi ne sentirete dolore
per uno, va bene, ma ricevetene invece dieci, ricevetene
venti& Che ve ne pare? Persisterete a credere che il do-
Letteratura italiana Einaudi 186
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
lore dei dieci, dei venti, sia uguale a quello dell uno?
Singolarmente sí, ma molti dolori riuniti costituiscono
un dolore piú grande. Cosí è dei piaceri. Addizioniamo i
piaceri, e ne avremo uno piú vivo e piú durevole. Forse
che se noi rimanessimo qui, seduti a questa tavola fino
alla mezzanotte, e riuscissimo a riunire con una catena
di piccoli piaceri intermedi questi due grandi poli del
piacere che sono il pranzo e la cena, non avremmo sciol-
to con onore questa questione?
Questa proposta trovò un eco in tutti i commensali.
Chi avremo a cena con noi? chiese il dottore.
Un mondo di persone, tutte le onorevoli metà dei
nostri colleghi.
Compresa la baronessa, la moglie di&
Suo marito.
O dell amico di suo marito!
Bando alla maldicenza disse il colonnello. In ve-
rità che se io credo di avere una virtú, la è questa, di non
veder mai ciò che non dev esser veduto e, vedendolo, di
persuadere me stesso di non aver visto. Vi è un benefi-
cio grandissimo che ogni uomo è in grado di rendere ad
un altro, e che è tuttavia quello che vien reso piú rara-
mente, l astenersi dal dirne male.
Ma io non aveva in animo di dirne male disse
quello tra noi che aveva provocato questa osservazione.
Voleva far constare di un fatto. Vi sono certe cose che
saltano agli occhi. I mariti&
Può essere interruppe il colonnello che i mariti
vedano poco; ma gli altri vedono troppo. Io apprezzo
piú la cecità dei primi, che l accortezza dei secondi. La
fiducia di un marito, di un padre, di un fratello è cosa
che mi commuove, doppiamente poi se tradita. Io non
ho riso mai della semplicità; la credo la piú nobile delle
virtú, invece ho sempre temuto della doppiezza. La na- [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]