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vapori al cielo, i quai delle riarse
terre nascean dalli cavalli strani
premute, e dagli anari e da sudori
mossi e dagli spumanti corridori.
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Nullo dintorno alcun di lor vedea,
se non come per nebbia ne turbati
tempi si vede, e l un non conoscea
l altro di loro, e gran colpi donati
erano in danno, che ciascun credea
dare a color cui aveno scontrati;
per che Arcita  Pegaso!  a gridare
cominciò forte e suoi a confortare.
11
Ma Palemon solo  Asopo!  gridava,
e con tal voce a sé i suoi raccolse
e di bene operar li confortava;
poi ver gli avversi la testa rivolse
del suo cavallo, e la spada vibrava;
inver di cui il buono Arcita si volse,
avendo lui appena conosciuto
per lo gran polverio che v era suto;
Letteratura italiana Einaudi 248
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
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e con li sproni urtato il gran destriere,
li corse adosso con la spada in mano;
e que ver lui come pro cavaliere
corse feroce e certo non invano;
ma tal de petti, in mezzo delle schiere,
si riferiro e de corpi, ch al piano
insieme co cavai che rincularo
amendun cadder sanza alcun riparo.
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Cremiso quivi, in Elicona nato,
e Parmenon, che l onde d Ismeneo
tutte sapeva, e con lor Polimato,
questo vedendo, incontro di Fegeo
d Antedon sceser, ch era dismontato,
e con lui il teumesio Alfesibeo,
per lo lor Palemon volere atare
e, se potesser, Arcita pigliare.
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E cominciar fra loro aspra battaglia
così a piè con le spade impugnate,
e ciaschedun per lo suo si travaglia,
dando alla parte avversa gran collate,
sforzandosi per vincer la puntaglia;
e ben mostravan lor gran probitate
in mantenersi per ispazio molto,
sanza mai volger, l uno a l altro volto.
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Quivi rimase per misera sorte
Artifilo Itoneo, il qual ferio
Letteratura italiana Einaudi 249
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
d una bipenne il buon Cremiso a morte;
e mentre lui lo suo fratel pio
volea levar, li sopragiunse il forte
Eleno, e orgoglioso il perseguio
e lui uccise ancor similemente
allato al frate dolorosamente
16
E  nnanzi si potesser riavere
ciascun da suoi, vi fur colpi assai dati,
però che l uno l altro ritenere
voleva; e dopo molto in ciò provati
e a ciascuno mancato il potere,
amenduni a caval fur rimontati,
mercè de lor che gli aiutaron bene,
oprando ciò ch a tal cosa convene.
17
La pressa grande e lo spesso ferire
tolse di sé a questi due la vista;
e cominciaron per lo campo a gire,
dipartendo ove più la gente mista
si combatteva, ciascun con disire;
e andar sen potea l anima trista
all infernali iddii di cui giugnea
Arcita: in saldo ta colpi traea!
Come gli altri baron tutti s afrontarono
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Il gran Minòs il fiero Agamenone
presto nell arme gì a riscontrare,
e  l buon Nestor iscontrò Almeone,
Letteratura italiana Einaudi 250
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e Ida Peritoo nell afrontare,
e Evandro s urtò con Sarpedone;
ma Radamanto venne ad ovviare
il fiero Niso, e appetto a Castore
Anchelado s oppose con valore.
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E contro Alimedon Pelleo sen venne,
e Menelao si fé incontro ad Ameto;
né il buon Ligurgo di correr si tenne
inver d Ulisse, il qual non mansueto
andò ver lui ; ma Diomede attenne
al buon Polluce, d ira assai repleto;
gli altri ciascun secondo che poteo
nella battaglia più innanzi si feo.
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Chi passò innanzi e chi rimase appresso
de prencipi primai nella scontrata;
ciascun feriva e era ferito esso,
la battaglia tenendo lunga fiata;
ma per lo in qua e  n là ferire spesso,
tosto fu tutta in sé rimescolata;
né ordine servossi, anzi correa
ciascun colà dove me far credea.
21
E si scontrò Arcita in Almeone
e battaglia aspra insieme incominciaro;
né di lor nullo pareva garzone,
anzi vendea ciascun suo colpo caro;
e d altra parte il fiero Palemone
e  l nobile Polluce si scontraro;
Letteratura italiana Einaudi 251
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
quivi Polluce mostrò aspramente
ch elli era del ciel degno veramente.
22
El feria Palemon con tal valore,
che quasi a forza ritenuto l ebbe;
se non che Ulisse, buon combattitore,
lasciò Ligurgo, sì di ciò l increbbe,
e lui riscosse; ma Pollùs di core,
tal contra Ulisse mal voler li crebbe,
col buon Nestore insieme accompagnato
a forza fuor de suoi l hanno tirato.
23
Lì Laertin maravigliosa prova
mostrò di sé con Filacide insieme
in riscuotere Ulisse, ma non giova;
ciascun, quantunque pò, sopra lor preme,
e certo egli era a veder cosa nova
ciò che Liarco faceva e Crusteme
per lui raver; ma Acarnan pisano
li facea fatigar del tutto invano.
24
Col quale insieme era  l buono Agilleo,
dell ardir del fratel tutto focoso;
e  l buon Toàs col suo frate Euneo,
ciascun nell arme forte e poderoso;
de quali ognun tanto per forza feo,
che  ndietro si tornò ciascuno iroso
di que d Ulisse; e essi della spessa
turba lui trasser con non poca pressa.
Letteratura italiana Einaudi 252
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
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Quivi, tratteli l arme, a riguardare
che fesser gli altri il mandaro a sedere.
Fé dunque il dì assai di sé parlare
Polluce, e fece assai chiaro sapere
che sed e non l avesse fatto andare
Giove sì tosto il cielo a possedere,
che elli avrebbe per Elena a Troia
al grande Ettor donata molta noia.
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Ma qual la leonessa negli ircani
boschi, per li figliuo che nel covile
non trova, sé con movimenti insani
messa in oblio, la sua ira gentile
mugghiando corre e per monti e per piani,
né mai la fa se non affanno umile;
cotal correndo Diomede andava,
veggendo Ulisse preso che si stava.
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Niuno aveva resistenza a lui;
e ferì Eris e ferì Sicceo
e Alcion sicionio, e con lui
molto aspramente l epidaurio Agreo,
né nulla aveva paura d altrui;
e  n quello andare il buon Iolao Ianteo
preso, da Niso e da Almeone
atati, lui ritenner per prigione.
28
Poi ritornati valorosamente
alla battaglia, Cefalo scontraro
Letteratura italiana Einaudi 253
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e lui ferir; ma valorosamente
Cefalo fé a tal corsa riparo;
ma sua prodezza non valse niente:
Alcidamàs e lui insieme pigliaro,
e dello stormo li mandaron fuori, [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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